Ales
Abitanti: 1.615
Superficie: kmq 22,48
Municipio: corso Cattedrale, 53 - tel 0783 91131
Cap: 09091
Guardia medica: via IV Novembre, 49 - tel. 0783 9111340
Polizia municipale: corso Cattedrale, 53 - tel. 0783 911321
Biblioteca: corso Cattedrale, 53
Ufficio postale: via Regina Margherita, 19 - tel. 0783 91331
Sito Web del Comune: http://www.comune.ales.or.it
Alle pendici orientali del Monte Arci, Ales è il centro principale della Marmilla ed è probabilmente la più piccola sede vescovile d'Italia. L'articolazione planimetrica urbana e l'aspetto dignitoso di alcuni edifici rivelano la funzione di capoluogo di diocesi esercitata fin dal Medioevo. Il territorio di Ales è ricco di testimonianze archeologiche, legate, per la preistoria, alla presenza degli importantissimi giacimenti di ossidiana. Il periodo della dominazione romana è connesso invece alla fondazione, nel 62 d.C., della colonia di Uselis. Nella parte alta del borgo sorge la Cattedrale di San Pietro, costruita nel 1686 dal genovese Domenico Spotorno. All'interno un raro crocifisso del Trecento. Sulla stessa piazza si affacciano il Palazzo vescovile, il Seminario e l'Oratorio della Madonna del Rosario. Ales è il paese natale di Antonio Gramsci (1891-1937), come ricordano la targa apposta sulla sua casa natale e lo spazio pubblico a lui dedicato ad opera dello scultore Giò Pomodoro, che ha allestito un piano d'uso triangolare con alcuni elementi simbolici, quali la fontana e il focolare. Al lavoro partecipò la popolazione locale coinvolta anche nelle scelte del pietrame.
La festa più importante è quella di Santa Maria, l'8 settembre. Le devote preparano la statua della Santa, con grembiuli di seta guarniti di pizzi colorati e catene d'argento con pendenti. Il rito religioso viene annunciato dallo scampanellio dei "sagrestaneddus", che correndo per le vie del paese rivolgono alla popolazione l'invito al rosario della sera, recitato in sardo. Durante l'ultima posta si accende un grande fuoco alimentato dalla legna raccolta sul Monte Arci. La sera si recitano "is goccius cantaus". Per ciascuno dei tre giorni della festa si svolgono due processioni per le vie principali del paese, con cavalieri in costume sardo e non, innalzanti stendardi ricamati. Interessante l'esposizione del Museo del Giocattolo Tradizionale della Sardegna.